Certa Energia: Risparmio Certo su Luce e Gas

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Indagine ARERA: bollette gonfiate per oltre 5 miliardi

A luglio 2025, l’Indagine ARERA ha portato alla luce uno dei più gravi scandali del mercato energetico degli ultimi anni.

Dopo mesi di silenzio, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente ha reso pubblico un rapporto che analizza i dati del mercato elettrico 2023 e 2024.

Le conclusioni sono chiare: diversi produttori di energia avrebbero manipolato l’offerta per mantenere artificiosamente alti i prezzi all’ingrosso, causando un sovraccosto complessivo stimato in oltre 5 miliardi di euro a carico di famiglie e imprese italiane.

Il meccanismo, definito tecnicamente “trattenimento economico di capacità”, consisteva nel ridurre volontariamente la produzione nelle ore di punta, simulando scarsità di offerta.

Questo comportamento, ripetuto sistematicamente, ha portato a un aumento del Prezzo Unico Nazionale (PUN) dell’energia, senza giustificazioni legate a reali carenze produttive o aumenti dei costi.

L’effetto è stato diretto e misurabile: milioni di bollette sono lievitate, penalizzando cittadini e aziende già provati dai rincari energetici post-pandemia.

Le modalità della speculazione: cosa rivela l’analisi tecnica

L’Indagine ARERA è partita nell’ottobre 2024, ma i dati sono stati resi pubblici solo a luglio 2025, senza conferenze stampa né comunicazioni ufficiali.

Secondo quanto riportato nel documento, il fenomeno avrebbe interessato tutte le principali fonti di produzione: centrali a gas, impianti eolici e solari.

In particolare, le centrali termoelettriche a gas avrebbero registrato rincari medi dell’84% nel 2023 e del 69% nel 2024 rispetto al prezzo considerato “di equilibrio” dal regolatore.

E non si tratta di episodi isolati: il rapporto parla di una pratica sistematica che ha coinvolto oltre il 50% delle ore di mercato analizzate. Ancora più grave è il dato sulle fonti rinnovabili: gli impianti eolici avrebbero mostrato comportamenti speculativi nel 100% delle ore esaminate, mentre quelli solari tra il 60% e il 77%, a seconda dei periodi. Questo significa che, anche in presenza di fonti a basso costo, il prezzo dell’energia veniva comunque mantenuto alto, in modo ingiustificato.

Il documento ARERA sottolinea che questi comportamenti hanno alterato il funzionamento del mercato elettrico in modo strutturale, compromettendo la concorrenza e trasferendo il peso economico di queste manovre direttamente sui consumatori finali.

Le reazioni: proteste politiche e interrogazioni parlamentari

La pubblicazione del rapporto ha scatenato un’ondata di indignazione. I principali partiti di opposizione, tra cui Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, hanno parlato apertamente di “truffa di Stato” e chiesto che il governo riferisca immediatamente in Parlamento. Le associazioni dei consumatori, come Federconsumatori e Codacons, hanno denunciato il silenzio delle istituzioni e chiesto l’intervento urgente dell’Antitrust, della magistratura e dell’ARERA stessa per sanzionare i responsabili.

Anche il mondo produttivo è in fermento. Le imprese che rappresentano i produttori di energia, come Elettricità Futura, hanno contestato duramente il metodo di analisi di ARERA, definendolo “confuso e fuorviante”, e preannunciato ricorsi legali. Tuttavia, i dati parlano chiaro: un incremento medio di quasi 9 euro per megawattora nel 2023 e oltre 8 euro nel 2024, che si traduce in miliardi di euro trasferiti dagli utenti alle società energetiche.

La questione è diventata rapidamente un caso politico. L’opposizione accusa il governo di aver insabbiato il rapporto per evitare lo scandalo, mentre il Ministro dell’Ambiente ha annunciato l’apertura di un tavolo tecnico. Ma al momento non sono state prese misure concrete per rimborsare i cittadini o avviare indagini giudiziarie.

Le conseguenze: rischi futuri e come tutelarsi

Quello che è emerso con l’Indagine ARERA non è solo un episodio scorretto: è la dimostrazione di una falla sistemica nella regolazione del mercato elettrico. Se non verranno introdotti strumenti più efficaci di sorveglianza e prevenzione, episodi simili potrebbero ripetersi, aggravando ulteriormente il costo della vita e minando la fiducia dei consumatori verso il sistema energetico.

Per questo è fondamentale che i cittadini siano informati e agiscano. Prima di tutto, è consigliabile verificare le proprie bollette relative al 2023 e 2024 per individuare eventuali anomalie nei costi. In secondo luogo, ci si può rivolgere a sportelli di tutela dei consumatori o a consulenti indipendenti per chiedere spiegazioni o avviare azioni collettive di risarcimento. Infine, è utile monitorare i futuri aggiornamenti dell’indagine: ARERA ha annunciato l’avvio di ulteriori controlli e la possibilità di sanzioni nei confronti degli operatori coinvolti.

Non bisogna sottovalutare l’impatto di queste pratiche. Le piccole variazioni nel prezzo all’ingrosso, sommate su scala nazionale e per lunghi periodi, determinano conseguenze concrete per milioni di famiglie e piccole imprese. In un contesto economico già fragile, pagare bollette gonfiate non è solo ingiusto, ma dannoso per l’intero sistema.

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L’Indagine ARERA di luglio 2025 rappresenta un campanello d’allarme fortissimo per chiunque paghi una bolletta elettrica. Non si tratta di un errore contabile o di una fluttuazione casuale del mercato. Parliamo di una distorsione sistemica, che ha colpito l’intero sistema energetico italiano, con danni diretti e misurabili. L’energia è un bene essenziale e, come tale, deve essere regolato con rigore, trasparenza e rispetto per i cittadini.

Se le istituzioni non interverranno con decisione, sarà compito dei consumatori pretendere verità, giustizia e risarcimenti. Nessuno può permettersi di restare in silenzio. Informarsi è il primo passo. Agire, insieme, è il successivo.

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